Non sono mai stato un sostenitore del software chiuso, nemmeno se distribuito gratis. È per questo motivo che ho sempre diffidato (e diffiderò sempre di più) di software e servizi offerti da Google.
L'ultimo esempio è l'app Google Maps. Uno dei motivi che mi ha spinto ad acquistare uno smartphone con Android ed attivare un piano dati è stato proprio quest'applicazione che, essendo gratis e funzionando molto bene, è stata un ottimo sostituto dei classici navigatori tipo Garmin o TomTom.
Sfortunatamente questa situazione non poteva durare a lungo ed infatti ecco che da un paio di mesi Google ha rilasciato un update che rende inusabile il software di navigazione.
Testato su due dispositivi diversi (uno smartphone Android ed un iPhone 4S) l'app ha mostrato gli stessi problemi nella modalità "navigatore":
- Lentezza esasperante che rende impossibile l'uso durante la guida.
- Direzione errata della bussola.
- Posizione indicata sulla mappa spesso sfalsata rispetto la posizione reale.
Non sono l'unico ad aver riscontrato questi problemi anche se nel web italiano e nei siti internazionali di "tecnologie" in pochissimi stanno sottolineando questo problema particolarmente grave.
Il thread "New Google Maps Update S****" che si trova su Google Gruppi è un esempio di come moltissimi utenti stanno segnalando le loro impressioni decisamente negative in seguito all'aggiornamento dell'app, ovviamente senza alcun feedback.
Ma cerchiamo di ipotizzare come mai una azienda come Google distribuisca un software così buggato.
Potrebbe essere solo un problema temporaneo che si risolverà con il passare del tempo?
Oppure chi si occupa dei rilasci del software ha voluto sfruttare i milioni di utenti Android per un po' di beta testing "aggratis"?
Queste sono solamente due ipotesi piuttosto benevole nei confronti di Google.
Ma ci sono altri sospetti che sono da prendere in considerazione. Ad esempio l'azienda Google potrebbe non essere più disposta a regalare una applicazione così sofisticata per la navigazione e quindi aggiornando il software introducendo bug e limitazioni, potrebbe servire per mettere in vendita in un secondo momento una versione completa e funzionante.
«Paghi? Ecco il navigatore! Non paghi? Affidati alla versione gratis e non lamentarti se poi ti perdi.»
Un giorno gli introiti derivanti dalla pubblicità potrebbero non essere più abbastanza per sostenere un colosso come Google, quindi la ricerca di nuove fonti di incasso non è da trascurare.
Oggi Google Maps e perché no, magari domani toccherà a Gmail: un ostaggio per il quale Google può richiedere un riscatto ben più alto.
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