In questi giorni (dal 27 al 29 aprile) si svolge presso la fiera di Vicenza il SolarExpo, un'occasione per chi volesse informarsi sui costi d'installazione di impianti fotovoltaici e non solo. Infatti, seppur quasi tutti gli stand siano dedicati all'energia solare, è un'esposizione dedicata a tutte le energie rinnovabili.
All'interno delle varie sale riunioni della fiera si tengono, inoltre, varie conferenze e seminari, tra cui quello a cui ho assistito ieri, organizzato dal dipartimento di Ingegneria elettrica dell'Università di Padova.Il Workshop di ieri si intitolava ENERGY TECHNOLOGY - Stato dell'arte e prospettive delle tecnologie elettriche per lo sfruttamento innovativo delle fonti di energia e dal sito del Centro di Produttività del Veneto si possono avere informazioni più dettagliate sugli argomenti trattati.
In breve, sono state esposte tutte le tecnologie per lo sfruttamento delle fonti di energia, oggetto di studio dell'Università di Padova. I lavori riguardavano:
- il solare (e il solare termico), che con gli attuali costi del petrolio diventa un investimento interessante;
- l'eolico e in particolare i generatori di piccola potenza;
- il nucleare in quanto "energia pulita", perché priva di emissioni di anidride carbonica, e tema di attualità anche per il progetto di cooperazione mondiale per la fusione nucleare (ITER);
- le biomasse e il teleriscaldamento, con una descrizione dell'impianto che si sta costruendo ad Asiago per sfruttare gli scarti delle segherie della zona.
Sono state presentate, inoltre, delle valutazioni di tipo economico sulle tipologie di impianto fotovoltaico (a terra con tracking computerizzato o fisso su tetto) e, più in generale, sul costo delle fonti ronnivabili. Riguardo questi elaborati bisogna evidenziare che è sempre necessaria un'oculata valutazione, perché sono spesso presenti pareri discordanti anche tra gli esperti.
E' stato esposto anche uno studio sulla generazione distribuita che sta interessando la rete elettrica in questi ultimi anni, condizione per cui non era stata concepita, e anche i futuri studi sui generatori ad alta velocità per applicazioni alle microturbine a gas.
Le osservazioni più interessanti, in mia opinione, sono state fatte riguardo la posizione italiana in rapporto col nucleare, un "no" più di principio che altro, visto che un eventuale disastro nucleare nelle centrali europee non escluderebbe la contaminazione della nostra penisola. In particolare bisogna considerare che gli incidenti avvenuti nelle centrali termo-nucleari sono stati solamente due fin'ora: uno in America, che ha dimostrato l'efficienza dei sistemi di sicurezza in quanto la parziale fusione del nocciolo non ha portato a nessun tipo di contaminazione, e quello più famoso di Chernobyl, avvenuto in una centrale "non sicura" in quanto il reattore era in un capannone di metallo, i sistemi di sicurezza non hanno funzionato come dovevano ecc ecc.
Peccato che non ci sia stato il tempo per un dibattito!
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